14 dicembre 2019

Approdo su Mangadex

Almeno un post all'anno bisogna farlo, eh.

Nel tempo libero, quel poco che ho, sto caricando su Mangadex i progetti scan di Mondo12.
Per ora ho iniziato da Bambino!, che è il più facile da caricare sul sito.

Mangadex è un lettore online di scan ed è, forse più di altri, un punto di incontro a livello internazionale, quindi non solo per anglofoni. Volendo, infatti, si possono trovare le scan di molti manga in lingue diverse, quali russo, spagnolo, francese, arabo e via dicendo.
Se, come già ho trovato, ci sono due o più team che traducono lo stesso titolo, il sito permette il caricamento a tutti indistintamente, così l'utente può scegliere da chi leggere. Un buon compromesso che non si vedeva dai tempi del fu MangaHelpers.

24 settembre 2018

Il fansub italiano è morto (?)

Un breve colpo di reni per Mondo 12.

Quasi un anno e mezzo fa scrivevo del fenomeno del fansub di serie giapponesi ormai agonizzante: Il fansub delle serie giapponesi è morto.

Avevo evidenziato un distinguo fra Hardsub (prerogativa del fansub di serie giapponesi) e Softsub (prerogativa delle serie anglofone), illegale il primo, in zona grigia il secondo.

Ora è successo che nel 2018 quella zona grigia è stata resa nera, quindi illegale, con uno un bel giro di vite.
Il 15 settembre 2018, Itasa - Italiansubs annuncia che:
a partire da oggi 15 settembre 2018 non troverete più su questo sito alcun sottotitolo di serie TV, film o documentario per il quale non disponiamo dell'autorizzazione del titolare del copyright. Questo accade a seguito di segnalazioni di utilizzi impropri e illeciti da parte degli organi di controllo.
Il 23 settembre 2018, Subsfactory annuncia che: 
Subsfactory. 13 anni vissuti intensamente.
Abbiamo viaggiato assieme a voi per spazi inesplorati, attraversato portali stellari, aperto botole in isole misteriose, [...].
Il viaggio è però finito, per motivi che vanno oltre la nostra passione e volontà, chiuso con la scelta di smettere di produrre sottotitoli per salvaguardare la nostra community e soprattutto chi ci ha messo la faccia, oltre un semplice nick.
Poco dopo annuncia la chiusura anche la community di Traduttori Anonimi.

È successo che la FAPAV, la Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali, è scesa in campo e ha fatto la voce grossa, impedendo alle community di traduttori amatoriali di tradurre opere protette da copyright. Quindi, in parole povere, si impedisce il diritto di traduzione che, come spiegato da www.dirittodautore.it:
Il diritto esclusivo di elaborazione è previsto all’art. 18 della legge sul diritto d’autore. Le elaborazioni sono modificazioni che cadono sulla forma esterna o interna dell’opera, pur lasciando quel tanto della sua forma rappresentativa per cui l’opera conserva il suo valore originale (definizione di Edouardo Piola Caselli).
La legge definisce il diritto di elaborazione come “tutte le forme di modificazione, di elaborazione e di trasformazione dell’opera prevista all’art. 4”.
A sua volta l’art. 4 stabilisce:
Senza pregiudizio dei diritti esistenti sull’opera originaria, sono altresì protette le elaborazioni di carattere creativo dell’opera stessa, quali le traduzioni in altra lingua, le trasformazioni da una in altra forma letteraria od artistica, le modificazioni ed aggiunte che costituiscano un rifacimento sostanziale dell’opera originaria, gli adattamenti, le riduzioni, i compendi, le variazioni non costituenti opera originale.

In parole povere, la traduzione di qualsiasi opera coperta da copyright va autorizzata.
Ergo la zona grigia, di cui io per primo ho parlato e fatto uso, non era altro che un occhio chiuso da parte del detentore di diritti. Tutto qua.
Se giustamente è improbabile quanto impossibile fermare il download illegale di prodotti audiovisivi, ci vorrebbe un dispendio di risorse ed energie che non vale la candela, allora si agisce sul prodotto principale usato per godere di tali prodotti audiovisivi nella propria lingua, quindi bloccando la traduzione amatoriale. Minimo sforzo, massimo risultato.

Sul sito FAPAV è presente anche un'analisi aggiornata e con numeri sullo stato della pirateria italiana nel 2017: i-nuovi-dati-2017-sulla-pirateria-audiovisiva-in-italia.
Interessante, seppur mancano fonti, autori, metodi di indagine e su quante persone è stato svolto l'eventuale sondaggio, e quant'altro utile non solo ai fini statistici. No, dico, se il giro di vite viene giustificato da questi dati, non sarebbe il caso di renderli accessibili e analizzabili? Ma va bene, si passa oltre. È una porcata, ma legalmente legittima, rispetta comunque le regole.

Le community prima citate sono appunto delle community, di grosse dimensioni, e cercheranno di tenere quanto meno a galla la parte forum che si è sviluppata negli anni, anche se ritengo che mancando la fruizione del sottotitolo con annessa data di uscita e tempistiche di traduzione, pian piano le discussioni sui forum si affievoliranno, non dico fino a scompare e rimanere deserte, ma quasi. Il tempo darà conferma.

Prevedo anche che alcuni fan duri e puri, urtati dalla cosa, si riuniranno comunque su un sito proprio o su di un sito aggregatore e rilasceranno la propria traduzione amatoriale della propria serie televisiva preferita. Qualcuno riuscirà nell'intento e tradurrà la serie fine a conclusione, la maggior parte invece smetterà dopo poco per motivi vari (tempo, vita sociale, incapacità nel tradurre, voglia di tradurre svanita).

L'alternativa però qual è?
Rivolgersi ai siti aggregatori anglofoni tipo addic7ed.com e andare di sottotitoli in inglese. È possibile trovare i sottotitoli dello stesso episodio in altre lingue, compresa la propria, ma dipende se è tradotta da qualcuno o meno e con quali tempistiche. Diciamo che tale soluzione avvantaggia chi almeno l'inglese lo mastica decentemente. Per tutti gli altri bisogna arrangiarsi.
Nel senso che, ok, sono state abbattute due grosse community di traduzioni amatoriali, profili facebook a lutto e menate varie, ma il prodotto in sé non sparirà nell'immediato. Perché sì, è (stato) usato da tanti perché è gratis, altrimenti le cifre di download sarebbero (state) di gran lunga inferiori, ma è anche un fenomeno di costume fortemente legato alla cultura di internet e a quella moderna, ergo estirpare la traduzione amatoriale è alquanto improbabile.


27 dicembre 2017

¿Qué pasa?

Come da titolo: che succede?

E niente, da inizio novembre vivo in Spagna una nuova esperienza di studio/lavoro che, ovviamente, mi tiene costantemente impegnato.
Al momento sono in Italia per le vacanze di Natale, quindi ne approfitto per lasciare un piccolo aggiornamento qui sul blog.
Essendo in Spagna è un po' complicato, eufemismo, reggere il passo delle passioni che portavo avanti in Italia, a partire dai fumetti fino alle serie tv.

Pur tuttavia, ohibò, a gennaio troverete un bel po' di capitoli nuovi de Lo scheletro Impossibile, tradotti da me, su Mangascan. C'è un nuovo gruppo di scanlation che lo sta portando avanti, un gruppo spagnolo che traduce anche in inglese in maniera raffazzonata (ma pure in spagnolo, seppur direttamente dal giapponese), ma comunque meglio di niente.

Recuperare i Bonelli all'estero è difficile, come già detto, quindi sono costretto a ricorrere al servizio arretrati o sperare che l'edicola da cui mi rifornisco di solito abbia ancora numeri passati quando torno in Italia.

Nel complesso tutto bene, si va avanti e, come in tutti i progetti di vita, cambiano all'improvviso anche le priorità.

A presto.
Dodici.

30 ottobre 2017

[Bonelli] Mercurio Loi 6 - A passeggio per Roma


Soggetto: Alessandro Bilotta
Sceneggiatura: Alessandro Bilotta
Disegni: Sergio Ponchione
Colori: Nicola Righi
Copertina: Manuele Fior

Nella vita, nel mondo, infinite sono le strade, imprevedibili i crocevia... Una passeggiata al tramonto, prima che scenda la sera e arrivi il coprifuoco, può essere l’occasione per lo storico perdigiorno Mercurio e il suo compagno di avventure Ottone di lasciarsi portare da quello che offre il caso. Scegliendo una strada al posto di un'altra, i nostri si ritrovano tra strani personaggi e antichi ricordi...



La mia iniziazione, ma credo anche di tantissimi altri, da bambino alla lettura è avvenuta grazie al settimanale Topolino, un appuntamento fisso di mercoledì che mi ha regalato tante storie indimenticabili. Molto particolari e divertenti, fra tutte, erano quelle a bivi, avventure in cui è il lettore a decidere come continuare la storia, districandosi ogni qual volta su un binario diverso con relativo finale.
Meccanismo simile, quello appena citato, a ciò che si può ritrovare nei librogame, per esempio il Lone Wolf di Joe Dever.

Questo albo, però, sfrutta diversamente i binari della storia, binari che portano allo stesso medesimo finale che però può essere diversamente interpretato in base a ciò che s'è letto prima.
Nelle storie a bivi di topoliniana memoria, invece, i finali sono molteplici. Questo albo può quindi essere letto nei due modi possibili, scegliendo ogni qual volta il bivio da intraprendere oppure leggendo tutto d'un fiato e ottenere tanti altri particolari che danno un senso nuovo a quel che si è già letto. 96 pagine di fumetto che ne contengono inspiegabilmente e non si sa per quale magia molte di più, tante storie tutte diverse fra loro eppure facenti parte di un unico arco narrativo, un'intera giornata a passeggio con Mercurio Loi e il suo assistente fra le strade di Roma.

Il tutto nasce da una innocua tesi di laurea di uno studente di Mercurio Loi che si rivela essere ben presto un arguto gioco di combinazioni, avvenimenti e persone con una storia da raccontare: dal vecchio professore di Mercurio, che non accetta il passare inesorabile del tempo, fino a un Cardinale che decide di espiare la propria colpa, per poi toccare anche Pasquino, l'enigmatica figura mascherata anti-clericale autore delle pasquinate. Fondamentale la figura dell'Ipnotista, che spero di rivedere più avanti. Ed è facile chiedersi, a fine albo, se ciò che si è vissuto sia realtà o fantasia, una "normale" giornata da perdigiorno quale è Mercurio oppure una intricata illusione indotta.

Layout di Sergio Ponchione
Dal lato disegni bisogna solo alzare le mani: Mercurio Loi (serie) si conferma un prodotto ben disegnato, pensato per il colore e di certo uno spiraglio di novità di contenuti non solo rispetto al classico albo Bonelli. I disegni di Sergio Ponchione, valorizzati dai colori di Nicola Righi, consegnano una Roma ottocentesca meravigliosa: fra le varie vedute, spicca il celebre Pantheon in Piazza della Rotonda.
Lunga vita al Loi di Bilotta.





14 ottobre 2017

[Bonelli] Martin Mystère NAC - Le nuove avventure a colori









La mia collezione.
Essendo una miniserie, ho deciso di dare un parere sull'opera a conclusione della stessa, anche perché i numeri in totale sono solo 12, un anno di pubblicazione.

E dopo, appunto, un anno di lettura della suddetta, senza dimenticare i pareri di altri lettori sparsi fra forum del settore e pagine varie Facebook, posso dire che ci sono due modi opposti, ma entrambi paradossalmente validi, di definire questa serie: divertente e allegramente caciarona, confusionaria e vergognosamente inconcludente.

Dipende da come ci si pone, da come si approccia la lettura delle nuove avventure a colori di Martin Mystère.

Ma, prima cosa, serve avere una infarinatura di base del personaggio nella sua incarnazione storica e classica? A mio modo di vedere sì, ci sono una serie di personaggi, fra comprimari e antagonisti che hanno bisogno di una costruzione previa per comprendere a pieno la loro comparsa e il perché di quel che combinano.

Ma passiamo alla serie.
Solo che non è facile parlarne in breve: la trama è articolata soprattutto perché in dodici albi viene compressa la storia editoriale di trentaquattro anni di pubblicazione di Mystère, quindi ci sarà una sequela senza fine di avversari, a partire dagli Uomini in nero fino a Sergej Orloff, Mr. Jinx, Atlantide, Mu, alieni e chi più ne ha più ne metta.
L'intenzione della squadra di autori, senza la supervisione diretta del decano Castelli, padre del Mystère classico, è di fornire una nuova versione del personaggio al pubblico, una riproposizione dell'archeologo dell'impossibile americano se venisse pubblicato oggi per la prima volta. Il tutto strutturato, come l'Orfani di Recchioni insegna, a mo' di serie televisiva americana, con una continuity molto serrata (ma con 12 numeri a disposizione non si può fare altro) e colpo di scena finale.

Perché la serie è divertente e caciarona?
Perché sì, perché fin da subito gioca con i cliché dei film di spionaggio (vedasi nel primo albo la tipica festa del riccone dove effettuare il colpo), fra appunto feste, inseguimenti in auto e ribaltamenti di fronte, mischiando poi il tutto con vampiri nazisti, lupi mannari gitani, golem, esper, atlantidei e alieni. A mio parere, l'apoteosi del trash divertente è l'albo numero 4, in cui una idol asiatica conquista le nuove generazioni grazie a una musica che assoggetta le persone, nel mentre Martin Mystère affronta un essere demoniaco, manager della suddetta idol. Per non parlare del numero 8, la caccia di Jasper, in cui Martin organizza una sorta di talent show di soggetti esper per far uscire allo scoperto l'organizzazione che dà loro la caccia. Quindi, in parole povere, una mescola esagerata di elementi diversi fra loro sicuramente raffazzonata, però rapida e divertente se si tralascia appunto la confusione generata da tutto questo. Come detto prima, questo voler prendere a piene mani dalle serie televisive è stato un bene, col colpo di scena finale che chiude l'albo e che effettivamente mi ha fatto un po' fremere nell'attesa fra un volume e l'altro, ma solo per sapere quali altre vette del trash la serie avrebbe potuto raggiungere. Divertente anche perché, se si conosce un po' il Martin Mystère classico, saltano all'occhio tutti i vari rimandi alla serie inedita e come il parco autori abbia rimodellato questi elementi (vedasi il personaggio di Angie nell'albo 11).
Una aggiunta agrodolce è quella di Max, nuovo personaggio creato per la serie e che sostituisce il neanderthaliano Jawa in tutto e per tutto, con la differenza che parla, mena ugualmente come un fabbro e che nasconde un mistero legato alla propria longevità (mistero che non sarà risolto, ma ci torniamo dopo).
Per quanto riguarda il parco disegnatori c'è da dire che lo stile uniformato, coadiuvato da una colorazione seppur gradevole (però errori vari tra cui i riflessi dell'acqua non mancano), non smorza quella sensazione personale di posticcio.
Simpatica l'idea di presentare il prossimo albo come una sorta di locandina cinematografica, con interpreti, mestieranti e via dicendo. E poi gli albi, se le costine sono una accanto all'altra, formano il logo della serie, carina anche questa idea.

Perché la serie è confusionaria e inconcludente?
Perché se togliamo tutto il lato goliardico e aggiungiamo il fattore prezzo per singolo albo (4,90€ a parte il primo in offerta lancio a 2€), un po' di delusione, ad essere gentili, il lettore la prova. Gira che ti rigira, Martin passa da una rivelazione all'altra, ostacolato ogni qual volta da un avversario diverso e/o aiutato da qualcuno a caso che, alla fine della fiera, vien da chiedersi "ma che cacchio ho letto?".
SPOILER: persino il nemico finale, tale "Re dei mondi", porta altra confusione. Appare all'improvviso e se ne accenna poco prima solo nell'ultimo albo, non lo vediamo mai orchestrare il tutto nell'ombra dall'inizio. Poi, anche se non c'entra nulla, ricorda moltissimo l'Uomo Quantico di nathanneveriana memoria, stesso tipo di poteri e, perché no, somigliante fisicamente.
Prendendo il tutto estremamente sul serio per quello che è, e non ritenendola una serie trash/guilty pleasure a prescindere, restano dei dialoghi macchinosi e pomposi, misteri irrisolti (tra cui, come accennato, quello riguardante la figura di Max), personaggi poco sfruttati (come Tower, il capo di Altrove) o adoperati male (il ricco de Leòn).
Nemmeno l'ambientazione totalmente italiana salva il tutto e, seppur molto piacevole, non aggiunge nulla alla narrazione. Poteva essere benissimo ambientata in Liechtenstein, che differenza avrebbe fatto? La presenza di alcuni manufatti in certi musei del Bel Paese non è abbastanza.
Inoltre, fondamentale, se non si conosce il Martin classico non si riescono a cogliere una marea di riferimenti e su chi sia, per esempio, Mr. Jinx, comparsata deus ex machina di lusso, su chi sia Diana Lombard o lo stesso Sergej Orloff, la nemesi per eccellenza di Martin. Anche perché dodici albi non sono abbastanza per comprimere trenta e passa anni di pubblicazione della serie classica: sembra come un cassetto, se metti troppi vestiti, si stropicciano. Il risultato non è quello che uno vuole.
Per quanto io non gradisca gli spiegoni, quello presente nell'albo numero 9 è estremamente utile per riallacciare i fili dell'ampio disordine narrativo fino ad allora e quindi, per una volta, l'ho preferito, quindi nota positiva fra i difetti.

Quindi, in parole poverissime?
La serie è divertente, ma inconcludente.
Non ne consiglierei l'acquisto, ma paradossalmente ne consiglierei la lettura.
Dipende da come volete approcciarvi alla serie.

29 settembre 2017

[Bonelli] Mercurio Loi 5 - L'Infelice

Soggetto: Alessandro Bilotta
Sceneggiatura: Alessandro Bilotta
Disegni: Andrea Borgioli
Colori: Francesca Piscitelli
Copertina: Manuele Fior

Malinconia e tristezza sono conseguenze naturali dello stare al mondo, hanno radici profonde nella natura umana... o forse sono molto più semplicemente procurate da un inquietante criminale chiamato "L'Infelice"? È quello che cercheranno di scoprire Ottone e lo storico appassionato di misteri... e di perdite di tempo: Mercurio Loi!




Ah, come scrive Bilotta (da leggere con la voce di Maurizio Mosca).
E sì, Alessandro Bilotta continua a confezionare dei gioielli sempre diversi fra loro, incastonati in una cornice colorata degna di nota. Una delle prime critiche mosse alla serie ben prima della pubblicazione è il prezzo (4,90€), considerato un po' alto e inflazionato dall'uso del colore al posto del bianco e nero, come avvenuto nel numero pre-esordio nella collana Le Storie. Ebbene, a cinque mesi dall'inizio pubblicazione non noto più queste lamentele, al contrario solo lodi sperticate per l'innovazione narrativa e grafica che sta apportando Mercurio Loi. In definitiva, il costo dell'albo a storia conclusa non pesa affatto.

In breve: Mercurio Loi prova tristezza, ha la lacrima facile, non ha più il piglio e la sicumera che lo caratterizzano. È convinto che dietro questo suo malessere emotivo ci sia lo zampino de l'Infelice, un personaggio che, riporto fedelmente dalla scheda sul sito Bonelli:
L'Infelice è il più terrificante dei nemici di Mercurio. Un filosofo senza identità, sfigurato da alcuni francesi per un gioco sadico, che hanno deformato la sua bocca in una immutabile smorfia di pianto. Secondo il suo sistema di pensiero, l'uomo raggiunge la verità solo quando ottiene un perenne stato di infelicità. Farla trovare a tutta la razza umana è lo scopo dell'Infelice.
Avete presente il film Ant-Man? Lì, Hank Pym, interpretato da Michael Douglas, riesce attraverso una serie complicata di passaparola a farsi derubare in casa da Scott Lang e soci. In poche parole, lo manovra come un burattino. Qui è lo stesso. L'Infelice, attraverso un'azione, dà il via a una reazione a catena che scombussolerà la quotidianità di Mercurio, colpevole di averlo fatto arrestare tempo prima. Una sorta di vendetta lenta e continua, al contagocce, ma allo stesso tempo un atto benevolo coerente col pensiero filosofico de l'Infelice, cioè portare l'individuo all'infelicità per ottenere la verità.

L'Infelice quindi gioca il tutto sul calcolo probabilistico, sguinzaglia i propri seguaci in giro per Roma a raccattare informazioni a prima vista inutili e irrilevanti, ma fondamentali nella sua visione d'insieme. Una sorta di sequenza di tessere del domino che Mercurio Loi cercherà di contrastare per riportare l'avversario in prigione.

Il finale, poi, si rivela enigmatico e pone il dubbio su chi dei due sia il reale vincitore.

Ai disegni c'è Andrea Borgioli col suo tratto ben definito e ricco di sfaccettature, il tutto arricchito dalla colorazione che, per buona pace dei tradizionalisti e dei puristi del bianco e nero, fa la sua gran figura.

Mercurio Loi (serie) continua il proprio percorso a gonfie vele.
E non si poteva chiedere di meglio.



28 settembre 2017

[Bonelli] Morgan Lost 24 - Serial Toons

Soggetto: Claudio Chiaverotti
Sceneggiatura: Claudio Chiaverotti
Disegni: Alessandro Pastrovicchio
Colori: Arancia Studio
Copertina: Fabrizio de Tommaso

Blunt è un feroce assassino, follemente innamorato di Veronica, una donna bellissima e dannata... Ah, Veronica e Blunt sono cartoni animati! Perché anche i cartoni animati hanno una vita segreta, al di fuori dello schermo: amano, odiano, impazziscono... e uccidono!




Ventiquattresimo albo per Morgan Lost a chiusura del secondo anno di pubblicazione.
Morgan Lost finisce qui, con questo albo, ma ricomincia fra due mesi, a novembre, con una nuova pubblicazione chiamata Morgan Lost - Dark novels che, come già accennato, avrà stesso prezzo (3,50€), ma un numero di pagine inferiori (64p).

Ma passiamo alla storia del mese, questo Serial Toons.
C'è uno studio d'animazione in città che sta producendo una serie di successo grazie a un super-computer donatogli dalla NASA, una sorta di monolito senziente capace di gestire il parco personaggi della serie velocizzando enormemente la produzione degli episodi. E vabbè, siamo in una realtà ucronica, la tecnologia di questi anni '50 alternativi a volte viaggia in parallelo col nostro presente, spesso invece sfocia nella fantascienza futuristica (più fanta che scienza), ci sta. Succede che all'improvviso uno dei personaggi animati impazzisce e incomincia a uccidere per davvero gli altri colleghi animati ed è qui che interviene il nostro Morgan Lost. Il direttore dello studio di produzione lo assolda per trovare e fermare "l'assassino" e quindi collega il Nostro a un macchinario che gli permette di entrare all'interno del mondo animato. E anche qui, ok, lasciamo fare... in fondo non è altro che la riproposizione di un topos classicissimo della narrazione, cioè l'entrata in un mondo parallelo per risolvere una questione, dal Mago di Oz fino a Tron, da Narnia fino a Matrix. Il tutto poi miscelato con I conigli rosa uccidono, uno fra gli albi più famosi di Dylan Dog e con un tema simile, ma declinato diversamente.

L'albo in fin dei conti scorre anche bene, ma ritorna sempre sul solito sentiero del già visto. Per carità, "l'usato sicuro" nella narrazione va più che bene, l'importante è che non stanchi e non annoi: come sempre sarà Pandora Stillman, la profiler amica di Morgan, a capire l'identità di colui che ha "infettato" i personaggi animati e, come sempre, Morgan si chiude a riccio nella propria malinconica inconsolabilità sentimentale.

Ai disegni ritroviamo Alessandro Pastrovicchio, già alle matite dell'albo numero 17 (Jerome X), il cui tratto cartoonesco di esperienza disneyana sulle pagine di Topolino viene valorizzato. Molto abile nel destreggiarsi fra lo stile cartoon e quello uniformato della serie, anche se spesso i volti non sono proprio il massimo.

Nulla di speciale, quindi.
Anche perché non c'è trama orizzontale, non si chiudono storie né trame lasciate aperte da un bel po'. Quel breve accenno di trama orizzontale, appunto, con la telefonata fra Morgan e il direttore del tempio burocrate riguardo Lisbeth si risolve in poche vignette e con un nulla di fatto. Un elemento inconcludente e irrilevante nell'economia dell'albo.





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